Prendo spunto da un’intervista di
qualche anno fa che rilasciò Bernardo Caprotti, coraggioso e tenace
imprenditore scomparso in questi giorni, e in cui affermava che con i
tempi della burocrazia italiana doveva progettare allora i negozi del
2050. Poneva a modello i Council inglesi dove il comune ha
tutti i poteri e le prerogative per decidere sul proprio territorio
garantendo una celerità nella procedura, avendo invece sperimentato
in Italia infinite vessazioni.
Come possiamo
capirlo! Dopo l’estenuante esperienza di
ben quattro conferenze
servizi a Palazzo Lombardia che nonostante i
due anni di
peregrinaggio e la mole di documenti prodotti si sono concluse con
due nulla osta beffardi e una prescrizione impossibile per il
recupero della ex cartiera Sottrici alle Fontanelle. Una Regione
Lombardia che invece di attrarre investimenti esteri si cela dietro
cavilli utilizzando due pesi e due misure: da una parte
promuove mega
centri commerciali come quello di Arese, dall’altra impedisce
invece, di fatto, il recupero di
un’area dismessa da oltre
vent’anni con 20.000 mq di amianto, depositi di idrocarburi e
materie prime
in prossimità di due corsi d’acqua esponendo ancora
per chissà quanti anni l’immobile alla mercé di vandalismi e
rave
party. Una pesante responsabilità per i vertici della Regione
che hanno pretestuosamente alzato la posta chiedendo opere faraoniche
e lasciandosi sfuggire investimenti a sei cifre, senza contare
l’indotto. Non bastava la
rotatoria a sei corsie, due by pass
e svincoli dedicati ai due insediamenti. Non è bastata la
riduzione
di superficie commerciale, la salvaguardia dei pozzi, l’ulteriore
inverdimento e la protezione dei due corsi d’acqua, l’estensione
della rete ciclopedonale. Non interessano alla Regione i
108 posti di
lavoro, di cui il 40% a tempo indeterminato, che gli operatori
commerciali avrebbero garantito con fidejussione bancaria e destinati
a crescere fino a 200, considerate le esperienze di altri
insediamenti monocomparto come quelli previsti sulla nostra ex
Sottrici. Non interessano al Pirellone le aspettative dei cittadini
che attendono con ansia l’insediamento dei due grandi marchi di
Bricoman e Decathlon e si devono invece oggi recare da Varese a una
trentina di chilometri (e un’ora di strada) per avere accesso ai
prodotti specialistici di cui solo queste due grandi catene
commerciali dispongono. Non interessano le tante
opportunità che
perderebbero associazioni sportive e artigiani del circondario. Non
interessano alla Regione le
notevoli risorse economiche che
l’insediamento avrebbe messo a disposizione (si parla di quasi
500.000 € previsti da una avanzata legge regionale!) e riservate a
favore del commercio locale nei comuni del circondario. Una vera
beffa.
Anche l’imprenditore Orrigoni in una
recente intervista a un quotidiano locale afferma che “Grande
distribuzione e commercio locale non sono nemici; sono concorrenti
che ampliano la proposta”. Che GDO e negozi specializzati hanno
trovato un equilibrio ma che occorre lavorare in un’ottica di rete.
Esattamente quello che a Vedano Olona stiamo tentando di attivare,
con le poche risorse che il bilancio comunale ci consente di mettere
in campo ma che hanno ricevuto un buon riscontro dagli esercizi
commerciali del centro storico e il plauso di molte associazioni di
categoria che lo stanno prendendo come modello. Un’iniziativa che
verrà ripresentata a breve ma che potrebbe avere ben altra portata
se solo disponessimo, insieme agli altri comuni, delle risorse che
stanzia l’atto unilaterale d’obbligo sottoscritto dagli operatori
a sostegno del commercio locale.
Auspichiamo che finalmente il
Presidente e il Consiglio Provinciale di Varese si facciano latori in
prima persona della forte istanza del territorio che vede tra
l’altro, caso raro, tutti e cinque i comuni coinvolti compatti e
favorevoli all’insediamento. Un ruolo importante di coordinamento
assegnatole dall’ultima conferenza servizi proprio sul nodo
infrastrutturale e che ancora non ha esercitato appieno.
Un’importante presa di posizione del nostro ente di secondo
livello, e quindi diretto rappresentante dei comuni
anzi di una “Provincia al servizio dei comuni”, come ama ripetere
il Presidente senza sudditanze
gerarchiche, retaggio di un passato grazie al cielo oramai lontano.
Cristiano Citterio
Sindaco di Vedano Olona